giovedì 8 febbraio 2018

Vademecum per il 68° Festival di Sanremo. Terza serata. Commenti e inciuci.

Eccoci qua, addivanati su riposanti sedute per poggiare le stanche terga e gustare la terza puntata del Festival. Premessa: sono arrivata sulle note finali dell’intro di Baglioni, in tempo per prendermi gli applausi tributati al fido direttore artistico (Claudiù, facimm a metà).
Capitolo New Proposals: ieri sera mi sono piaciuti tutti e quattro, oggi il mio pollice in su va a Mudimbi e Ultimo, Eva non male, Leonardo Monteiro out.
#perfortunafavinocè
Passato senza infamia e senza lode Caccamo, il mio plauso va a loro, il mio voto scelto: lo Stato Sociale. Va be’, qui in sala stampa è scattato il coro, la ballata, l’urlo, gli applausi. Lo Stato Sociale ci fa scatenare. Lo Stato Sociale m' piac assaje.
Virginia Raffaele prova a fare la Fiorello della terza serata, con stile diverso ma si, fa ride. Sisisi, superlativa. Povero Claudiuccio, perculato come pochi su quel palco là. AZZ però! Baglioni si smolla e scioglie per imitare la Raffaele #wowissimo
Poi arrivano i Negramaro, che finalmente si sono ritrovati e hanno ricominciato a fare bella musica, e cantano la mia canzone baglioniana preferita. Ma la fallano: nonono, Poster non si fa così. #aridateceposter
La Hunziker sta in modalità registrata: “Tu con chi duetterai venerdì?” (Qualcuno le dica che venerdì è domani sera). Risposta artista: (...). Replica Hunziker in loop: “Aaahhhhh, che bello!”.
Aria di casa: arrivano Avitabile e Servillo. La loro musica mi fa pensare ai ritmi di mare, alla tradizione dei napoletani che la musica la fanno che gli esce da dentro. Penso a Pino Daniele, a Eugenio Bennato, a quei napoletani che la musica è “Io no, io non mi sono mai sentito così vivo” (cit. canzone). E in certi luoghi da cui nasce questa musica davvero ci vuole “il coraggio di ogni giorno”. A me la cosa che mi fa tenerezza e stima è l’umiltà di Avitabile, un basso profilo impregnato di dignità.
Ridiamo con robottino Baglioni e #perfortunafavinocè
Arriva Max Gazzè: shhh… poesia.
Genti che vedete #Sanremo2018, cantano Facchinetti e Fogli: se dovete fare pipì, è questo il momento. #muoari Ora, Roby, dico a te. A te che in sala stampa preferivi non essere avvicinato troppo – che senza trucco s’ ver tutt cos: hai fatto una grande carriera, “Diuo dellue cittuà e duelle iummuensiutuà” non se lo scorderà mai nessuno finché campa. Ma lasciamo questo bel ricordo. Su.
Io ve lo dico con serena semplicità: a me sta storia della donna m’a rotto. L’approvazione nazional popolare della figura femminile ne è l’ennesimo svilimento. Io lo so che le cose bisogna pur dirle, amplificarle, farle sentire, ma non è una cosa così, un fiocchetto o una presidente di Camera de Deputati che cambia la storia. Che poi è la quotidianità che fa la differenza, i silenzi che resteranno tali.
MetaMoro – quasi una figura mitologica qui in sala stampa – sono sul palco con un titolo che mai come stasera ha un significato pieno. “Non mi avete fatto niente” nonostante polemiche sterili che cercavano, forse, solo una polemica sanremese che quest’anno stenta ad arrivare. E io negli occhi di Fabrizio Moro vedo quella cazzimma che lui ed Ermal hanno dovuto tenere serrata in questi due giorni. E niente, io sono per la loro riammissione – Eccola Ermelinda che canta!
Noemi ci regala un simpatico siparietto. Ahpperò.
MESSAGGIO ANTIPROMOZIONALE: ma sta storia dei Baci Perugina e le frasi di Emma, eh? Non basta già così? No, eh.
Scusate, ma per James Taylor vale la clausola di ieri di Sting? Ebbasta con questa autarchia italica! Fateli cantare accussì comm magnan! Poi, dopo, parla e canta come sa, e si sente.
Reprise Noemi. Messaggio per la Contessadimontescapezzo: se mi trovate un vestito come quello di Noemi le esco!
Questa Giorgia androgina ci piace assai. Lei è fantastica, e con James Taylor, insieme, statte proprio.
Emma D’Aquino che duetta con Baglioni è stata la sintesi della soddisfazione professionale: (ja, magnatevela un’emozione!). Perché, e che caspit, mica amma sul faticà! #questoèilgiornalismochecipiace #MaiMaiMaiMaiMaUnaGioiaOgniTantoDai
Io Danilo Rea e Gino Paoli non ve li posso commentare. E non perché mentre cantavano, no anzi, poetavano, stavo anche parlando e pensando etc etc. Io questi due qua, con Claudiuccio bello, non ve li posso dire perché è tipo “l’emozione non ha voce”, e anche se “fai finta di non lasciarmi mai” c’è sempre quel “cielo in una stanza” a dire…
Ora, dico, questo bel momento qua non lo potevate fare prima di Mariolone Biondi? Puvriell ad aspettare così… vero è che Mario non sfigura mai e stasera ha cantato molto bene, ma m’ par brutt proprio che abbia dovuto aspettare. Era solo impressione mia o quando cantava pareva che parlasse in inglese? Perché Biondi, quando canta, è inglese. E poi a un certo punto non ce li vedevate bene Fred Astaire e Ginger Rogers?
Va dato merito a Baglioni di non aver dimenticato nessuno, almeno fino a poco prima di farli piùomeno morire: Nino Frassica mi fa ridere assai, però potevano evitare la cosa del malore di Remigi (#checazzipaura). La battuta del 47 l’avete capita??? (Leggi la soluzione in fondo al post*).
“Sarà per te” di Nuti mi fa pensare a cose che non hanno niente a che fare con Sanremo, o forse anche sì, ma a discorsi su Sanremo, musica, autori, storie, vita, università, cose lontane che guarda un po’ tu se Claudia Pandolfi e Claudio Santamaria dovevano fare sta cosa qua. Ma bravi eh, bravi davvero.
Che dire della classifica? Queste erano le posizioni che si erano delineate martedì sera e, devo dire, mi ci ritrovo. Vediamo cosa emergerà sabato ma intanto, domani, attendiamo la vittoria tra le Nuove Proposte e i duetti.
Aridaje con la sigla (che poi la Hunziker se la sogna pure la notte – giuro, lo ha dichiarato stamattina in conferenza stampa. Mo capisco perché pensa a Tommasino…).
#popopopopopopopopopopopopo

Stop.
Fine terza serata.

*47= morto che parla. 


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