sabato 10 febbraio 2018

Vademecum per il 68° Festival di Sanremo. Quarta serata. Commenti e inciuci.

Questa serata arriva al termine di una giornata che manco li cani, davvero. Pensavo che i 20 chilometri fortunelli di distanza dal B&B all’Ariston fossero stati la parte più pesante della settimana e, invece, il meglio doveva ancora venire. Ma jamm annanz.
Questa sera sono in sala stampa roof Ariston, come la prima sera, voterò per i cantanti in gara e osserverò il mondo composito che mi circonda.
C’è la finale dei giovani, i duetti dei big. Lampadine a intermittenza in apertura e il trio Baglioni-Favino-Hunziker in giacca di pelle a intonare una very rock Heidi. Via allo spettacolo con tanto di corpo di ballo di giovani in jeans e camicia, al passo zombie di Thrilleriana memoria.
Michelle è uno spettacolo, che abito, che meraviglia. E come sempre #perfortunafavinocè
Scusate, ma quando vedo Allevi mi viene #disadattatoèbello Capita anche a voi?
E su Andrea Scanzi, be’, potrei aprire un romanzo. Me lo guardo su La7 quando è ospite della Gruber a Otto e mezzo. Ammirevolissimo (che non esiste ma mi piace così).
Domanda: ma perché Leonardo Monteiro lo truccano così? Al di là di facili battute sul colorito, se proprio volete truccarlo potreste farlo senza trasformarlo in Grande Capo Trecciolina.
Oh la là! Ma avete visto il Favino? Ma gli dona pure l’argentato, e non gli fa neanche effetto domopak cuki gelo <3
Mirkoeilcane ha un pezzo impegnato, non lo scopro certo io. Qui piace molto. Inutile dire che ricorda il Faletti di Minchia signor tenente, come lui stesso ha detto. La canzone è tosta, un ossimoro titolo-testo che fa un po’ effetto pugno allo stomaco.
Ma ve lo devo dire quello che è accaduto qua appena è uscita la sorella farlocca di Belen? Dopo la farfallina, il fiorellino di pizzo vedo-e-ancora-vedo di Alice Caioli. Il commento sulla donzella è riservato e confidenziale.
Ultimo è carino, piace, sul web è famoso. Fa il tosto (scusate sono distratta: il chitarrista biondo dell’orchestra – Luca Colombo – lo amo troppo).
Giulia Casieri ha una voce bella davvero, tra le donne è quella che più mi piace (il testo non è un granché, ma a questo livello è una rarità).
Scusate ma Baglioni che giacca s’è mis? Nun s po’ guardà!
Mudimbi, il preferito della Collina, ci piace. Canzone simpatica, ritmata, bella presenza scenica, bella voce, si fa cantare e si, votiamolo.
Eva ha una bella voce, è bella lei, un po’ troppo scritta ‘nguollo e con un orecchino al naso di pessimo gusto, secondo me, ma non è male.
Il congiuntivo, come precedentemente detto, ha il mio amore in_condizionale, ops, incondizionato.
L’altro giorno Renzo Rubino è venuto in sala stampa, un ragazzo desideroso di parlare dopo tanta timidezza e chiusura. Ha raccontato che aveva pensato di abbandonare la musica, di fare altro. Ogni canzone che porta a Sanremo è una storia di vita, una cosa sviscerata con cicatrici annesse. Oggi hanno chiesto a Claudio Baglioni, in conferenza stampa, se per scrivere un testo importante, se per scrivere bene, qualcosa di memorabile, si debba soffrire, se debbano mostrare le cicatrici, i segni. Ecco, Renzo Rubino mi sembra uno che scriva cicatrici.
Ve l’ho già detto che adoro Favino, sì? È emerso abbastantemente?
Mo arriva Skin, vediamo se con Le Vibrazioni appicciano l’Ariston. Wow, io Skin la sento sulla pelle letteralmente, ‘ngopp a skin, pecun on skin. Che bella che è lei, eh.
MESSAGGIO PER MIO FRATELLO: questa di cui sopra te la canto mo che torno a casa.
Noemi e Paola Turci sono una scarica di adrenalina. Non smettere mai di cercarmi stasera è bellissima. “In ogni cosa che vivi”.
Uh… Vessicchione… #GniGni
A me l’inizio della canzone di Mario Biondi fa venire in mente “Chiare dolci fresche acque”. Stasera un po’ brasileira, un po’ bossanova (m par), un po’ non in italiano, è perfetta. Mariolone ce lo aveva confidato in sala stampa: questa canzone per lui non può essere fatta in inglese ma in italiana, in alternativa in portugheisc.
Annalisa ha una bella gonna coccodè. Lui ciuffo e giacca Elvis. Bella coppia. Belle voci però.
Comunque sto #GniGni spopola ormai.
Questi sono i miei preferiti: Lo Stato Sociale con Paolo Rossi e il Piccolo Coro Mariele Ventre dell’Antoniano. Già solo le t-shirt le voglio. Questa esibizione me la sono goduta e, anziché scrivere, le mani le ho usate per batterle e fare casino con loro. Quindi, se non li avete visti, non potete capire e vi siete persi una grande cosa.
Giannona mia bella, arriva toma toma e stev pur carenn. C’ha il po’ delle scarpe minimal. Lei è semplicemente fenomenale (scontato ma è accussì).
“Un lento, l’ultimo, oramai…”
Io la adoro, Gianna Nannini. In quel lento “lento”, con il volto nascosto tra le braccia di Baglioni, si è visto quello che non ci è stato dato vedere. Tutta la tenerezza e l’emozione di una donna che canta il rock perché ha il cuore troppo tenero.
Ma quel Favino? Bello di mamma sua!
Ora, la canzone di Max è per me da vittoria, e non lo nego dalla prima serata. Cos’altro avrà saputo creare con quella meraviglia di poesia?
Il bello della diretta! Poteva mancare l’errore tecnico? La canzone dei Decibel più la sento e più mi piace. Con Midge Ure ha un breathe diverso (non mi picchiate).
È stato difficile per Favino non ridere con la Vanoni (ribattezzata #lavecchia in sala stampa). Che vecchia, però! Che eleganza. Questa canzone la può cantare solo lei, e loro, e Preziosi. Amarsi, lasciarsi, amarsi. Perdonarsi. “Giorno per giorno, senza sapere… ma voglio vedere”. Applausi in sala stampa.
La botta di energia di Roy Paci ci vuole a quest’ora. (Ma Favino, lo vedete?). Mo va be’, mi piglia proprio e assai. Senza ritegno mi ritrovo a picchiettare mani anelli e ballare. Bello il crescendo di archi e fiati. Via! “Dice che torneremo a guardare il cielo…”.
Giusy Ferreri tiene la giacca di Facchinetti ‘nguollo. Qui mi scompiscio, perché “muoarii” lo hanno fatto dire alla Ferrei ma “ciuee” lo ha detto e, be’, qui è scattato un coro che rido ancora.
Vincitore Nuove Proposte. Qui si fa facile: gli Ultimo saranno il primo.
Questa versione de Il coraggio di ogni giorno di Enzo Avitabile e Peppe Servillo mi incuriosisce, perché i singoli mi piacciono e sono sicura che la loro somma sarà un gran bel numero. Ecco, la scelta di stasera concretizza quella nota di mediterraneo che sentivo e che ho provato, con parole atone, a rendere. Ma la voce di Daby Touré e l’armonia di voci e strumenti si mescola ed è bello, si è davvero bello. Sento questa canzone e viene voglia di dire “Io non mi sono mai sentito così vivo”.
Incursioni in sala: la Impacciatore, ah la Impacciatore!
Ermal Meta e Fabrizio Moro scelgono Simone Cristicchi per portare parole fatte di carne alla loro esibizione. Sono le parole che Antoine Leiris, giornalista radiofonicoi, ha scritto ai terroristi che al Bataclan hanno ucciso sua moglie. È il monologo “Non avrete il mio odio” e centra il bersaglio.
La Sciarelli prosegue la tradizione della narrazione distrutta delle canzoni di Baglioni. Al direttore piace prendersi in giro e star in scena, un po’ dissacrandosi.
Arisa sta vivendo una nuova adolescenza. E non è solo per l’apparecchio ai denti o le extension ai capelli, ma per una fragilità che mi sembra stia emergendo più che in passato. Va che la canzone sia più bella con la sua partecipazione.
Non sono riuscita a finire di scrivere “live”. Prometto di terminare il prima possibile!

SEE YOU SOON…

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