Ci siamo, l’ultima serata arrivò. Martedì sera sembrava lontana eppure eccola qua. Il bel Claudio entra di rosso vestito, che si sa, il rosso è passione e sofferenza.
Anteprima: quanta sana invidia per la bella moglie di Favino. Eh.
Entra Ultimo che ieri ha vinto e, neo big, apre l’ultima puntata. Quando si caricano troppo le persone e si chiede troppo e troppo e troppo, capita che poi ci ricordiamo che siamo fatti di carne, piccoli e fallibili, e che il giovane vincitore incappi in una nota non sua e cada dalla scala musicale. Pizzirillo, oggi in sala stampa e anche ora mi ha sinceramente fatto tenerezza.
Poi prende la parola la Carlucci e capisce assi per figura e fa una grande markettttta a Ballando con le stelle.
E la Hunziker, com’è? MERAVIGLIOSA!
Passame er sale e parte il coro sul ritornello. Barbarossa è come il vino buono.
Red Canzian oggi in sala stampa è stato eccezionale. È rock e ha una comunicativa che accende. La canzone non è tra quelle che mi hanno particolarmente colpito ma lui ha voce, ritmo, la musica è coinvolgente. Non sembra sul piano del declino, in un certo modo è come se si stesse riallacciando alle sue origini.
Eccola qua la canzone di Giovanna, di Core e mia: Frida, MAI MAI MAI. E che te lo dico a fare. Eh! Io non so voi, ma quando vedo Stash de I Kolors mi viene in mente una persona che mi disse che tiene il ciuffo favezo. E niente, io penso ai toupet tipo Lino Banfi che metteva la retina nei B-movie degli anni 70-80.
Scusate, ma quanto è fresco il compagno della Pausini?
Scusate, ma quanto è fresco Scanzi? Di cui nel post di ieri.
Non posso commentare Avrai, sono in quella terra di mezzo in cui non è dato vedere oltre. Posso un po’ viverla, e vederla sempre più andare via, lontana… “Avrai avrai avrai il tuo tempo per andar lontano… ti fermerai sognando”.
Ho capto perché piace la Pausini, al di là delle sue innegabili doti: è verace. La sua “shz” rimasta così, senza dizione o correzione, e quella corsa fuori verso il pubblico, a mo’ di concerto da stadio, me l’hanno fatta piacere. Brava Laura!
Gli Elii mi hanno commosso: la loro canzone è a momenti sottotono, stanca come forse un po’ loro. Sentirli cantare con i Neri per Caso è bello, perché la stima tra artisti può esistere, soprattutto tra artisti di valore. In conferenza stampa Elio ha detto che si sono già sciolti e che stanno salutando il pubblico, ma io spero che qualche strano fenomeno fisico al contrario faccia ricomporre tutto lo sciolto che avanza.
Gli occhiali da sole della Hunziker fan pendant con la giacca di Baglioni. Quest’anno perdere tempo per i cambi di scena è stato divertente, meno stucchevole e da statue imbalsamate. Bello quel Claudio, che è tosto e mica facile, ma ha saputo creare la squadra giusta. E chest’è.
Scusate ma mi sono distratta: Rubino forse mi fa cambiare idea e potrei votarlo (sto uagliono da due giorni mi emoziona), i Decibel li canterò assai, la Vanoni con Bungaro e Pacifico sono wonderful, mi pare di non aver perso altro. Caccamo stona, era meglio con Arisa.
Una cosa bella di questa esperienza è stata la condivisione, da qui e da Salerno. Questa cosa rara, con pochi e per pochi, è stata importante.
E poi arrivano loro: qui cantiamo e balliamo con “la vecchia che balla!!!”.
Entra Ultimo che ieri ha vinto e, neo big, apre l’ultima puntata. Quando si caricano troppo le persone e si chiede troppo e troppo e troppo, capita che poi ci ricordiamo che siamo fatti di carne, piccoli e fallibili, e che il giovane vincitore incappi in una nota non sua e cada dalla scala musicale. Pizzirillo, oggi in sala stampa e anche ora mi ha sinceramente fatto tenerezza.
Poi prende la parola la Carlucci e capisce assi per figura e fa una grande markettttta a Ballando con le stelle.
E la Hunziker, com’è? MERAVIGLIOSA!
Passame er sale e parte il coro sul ritornello. Barbarossa è come il vino buono.
Red Canzian oggi in sala stampa è stato eccezionale. È rock e ha una comunicativa che accende. La canzone non è tra quelle che mi hanno particolarmente colpito ma lui ha voce, ritmo, la musica è coinvolgente. Non sembra sul piano del declino, in un certo modo è come se si stesse riallacciando alle sue origini.
Eccola qua la canzone di Giovanna, di Core e mia: Frida, MAI MAI MAI. E che te lo dico a fare. Eh! Io non so voi, ma quando vedo Stash de I Kolors mi viene in mente una persona che mi disse che tiene il ciuffo favezo. E niente, io penso ai toupet tipo Lino Banfi che metteva la retina nei B-movie degli anni 70-80.
Scusate, ma quanto è fresco il compagno della Pausini?
Scusate, ma quanto è fresco Scanzi? Di cui nel post di ieri.
Non posso commentare Avrai, sono in quella terra di mezzo in cui non è dato vedere oltre. Posso un po’ viverla, e vederla sempre più andare via, lontana… “Avrai avrai avrai il tuo tempo per andar lontano… ti fermerai sognando”.
Ho capto perché piace la Pausini, al di là delle sue innegabili doti: è verace. La sua “shz” rimasta così, senza dizione o correzione, e quella corsa fuori verso il pubblico, a mo’ di concerto da stadio, me l’hanno fatta piacere. Brava Laura!
Gli Elii mi hanno commosso: la loro canzone è a momenti sottotono, stanca come forse un po’ loro. Sentirli cantare con i Neri per Caso è bello, perché la stima tra artisti può esistere, soprattutto tra artisti di valore. In conferenza stampa Elio ha detto che si sono già sciolti e che stanno salutando il pubblico, ma io spero che qualche strano fenomeno fisico al contrario faccia ricomporre tutto lo sciolto che avanza.
Gli occhiali da sole della Hunziker fan pendant con la giacca di Baglioni. Quest’anno perdere tempo per i cambi di scena è stato divertente, meno stucchevole e da statue imbalsamate. Bello quel Claudio, che è tosto e mica facile, ma ha saputo creare la squadra giusta. E chest’è.
Scusate ma mi sono distratta: Rubino forse mi fa cambiare idea e potrei votarlo (sto uagliono da due giorni mi emoziona), i Decibel li canterò assai, la Vanoni con Bungaro e Pacifico sono wonderful, mi pare di non aver perso altro. Caccamo stona, era meglio con Arisa.
Una cosa bella di questa esperienza è stata la condivisione, da qui e da Salerno. Questa cosa rara, con pochi e per pochi, è stata importante.
E poi arrivano loro: qui cantiamo e balliamo con “la vecchia che balla!!!”.
Errata corrige: Rubino, ti auguro tanta fortuna mo, te la meriti, ma voto il mio primo imprinting sanremese: Lo Stato Sociale.
Il duo Facchinetti-Fogli mi mette ansia: la consapevolezza del loro non farcela mi agita perché poi, alla fine, mi dispiace per le perculate che gli fanno, hanno una carriera alle spalle notevolissima.
Questa è bella, questa cresce e piglia e coinvolge. Si mi piace. E mi piace anche il testo. Diodato e Roy Paci. Bravo, bravi. Bella bella bella.
Favino stasera fa proprio il suo mestiere, e sceglie di farlo con un monologo che in questa fase di campagna elettorale è una bella botta e cacchio se mi fa piacere. Dove sono i bancarielli di Salvini, le loro bandiere, lo ius soli non riconosciuto? “Andate a fanculo”, proprio come nel monologo. Le lacrime di Favino, che meraviglia di verità. Di dignità. “Se non c’è strada dentro il cuore degli altri, prima o poi si traccerà”. Fiorella Mannoia e Claudio Baglioni chiudono il cerchio di un piccolo momento di bellezza.
Non smettere mai di cercarmi ha il sapore di una promessa e, “per quando verrò a trovarti, in tutto quello che scrivi”, della promessa più bella.
Fabrizio Moro (con Ermal Meta) che fa “non mi avete fatto niente” mi sembra un po’ quei bambini che ti guardano e te lo dicono, così, con quella sfacciataggine di chi, invece, ha avuto molto più di niente ma non te lo vuole dire perché non si vuole arrendere. E allora non è un dispetto, è una difesa a oltranza, è un atto di resistenza.
Poi mi sono persa tra varie cose di qua, video per documentare cori e sbracamenti della sala stampa, parole da leggere, hanno pure finito di cantare (ah comunque Le Vibrazioni, il chitarrista, tanta roba…).
Pierfrancesco Favino, Edoardo Leo. La commistione? È giusto così, ed è giusto scherzarci su.
La Impacciatore che sembra Maria Antonietta? E Favino che va sotto la gonna? E lei che cade a culo a terra? Che canzone intelligente!
Poi capita che ci siano corse, servizi da chiudere, valige da ricomporre, taxi da prendere, treni da rincorrere, respiri da rifiatare che poi si riparte. Capita che nel frattempo passino davanti ai tuoi occhi personaggi e vincitori, quelli che normalmente albergano al di là del tubo catodico, quelli che guardi da sotto il plaid e ti fanno volare pensieri e immaginazione.
Cosa è stato questo Sanremo 2018? “Ti sei divertita? Avrai fatto una bella esperienza, avrai visto cose…”. Non lo so ancora cosa è stato: nel frattempo, mumble rumble…
Stop.
See you.
Il duo Facchinetti-Fogli mi mette ansia: la consapevolezza del loro non farcela mi agita perché poi, alla fine, mi dispiace per le perculate che gli fanno, hanno una carriera alle spalle notevolissima.
Questa è bella, questa cresce e piglia e coinvolge. Si mi piace. E mi piace anche il testo. Diodato e Roy Paci. Bravo, bravi. Bella bella bella.
Favino stasera fa proprio il suo mestiere, e sceglie di farlo con un monologo che in questa fase di campagna elettorale è una bella botta e cacchio se mi fa piacere. Dove sono i bancarielli di Salvini, le loro bandiere, lo ius soli non riconosciuto? “Andate a fanculo”, proprio come nel monologo. Le lacrime di Favino, che meraviglia di verità. Di dignità. “Se non c’è strada dentro il cuore degli altri, prima o poi si traccerà”. Fiorella Mannoia e Claudio Baglioni chiudono il cerchio di un piccolo momento di bellezza.
Non smettere mai di cercarmi ha il sapore di una promessa e, “per quando verrò a trovarti, in tutto quello che scrivi”, della promessa più bella.
Fabrizio Moro (con Ermal Meta) che fa “non mi avete fatto niente” mi sembra un po’ quei bambini che ti guardano e te lo dicono, così, con quella sfacciataggine di chi, invece, ha avuto molto più di niente ma non te lo vuole dire perché non si vuole arrendere. E allora non è un dispetto, è una difesa a oltranza, è un atto di resistenza.
Poi mi sono persa tra varie cose di qua, video per documentare cori e sbracamenti della sala stampa, parole da leggere, hanno pure finito di cantare (ah comunque Le Vibrazioni, il chitarrista, tanta roba…).
Pierfrancesco Favino, Edoardo Leo. La commistione? È giusto così, ed è giusto scherzarci su.
La Impacciatore che sembra Maria Antonietta? E Favino che va sotto la gonna? E lei che cade a culo a terra? Che canzone intelligente!
Poi capita che ci siano corse, servizi da chiudere, valige da ricomporre, taxi da prendere, treni da rincorrere, respiri da rifiatare che poi si riparte. Capita che nel frattempo passino davanti ai tuoi occhi personaggi e vincitori, quelli che normalmente albergano al di là del tubo catodico, quelli che guardi da sotto il plaid e ti fanno volare pensieri e immaginazione.
Cosa è stato questo Sanremo 2018? “Ti sei divertita? Avrai fatto una bella esperienza, avrai visto cose…”. Non lo so ancora cosa è stato: nel frattempo, mumble rumble…
Stop.
See you.