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Questo il mio orizzonte alle 3.29 del 22 ottobre 2017 |
Un click per interrompere, un click per iniziare.
Per la prima volta ho fatto partire una canzone in radio, in diretta. È una lunga notte: fuori il mondo sembra pacificato, qui è c’è una gran calma e la voce di David Bowie fluttua su tutto questo silenzio. L’odore della birra scura dal sapore di caffè riempie l’aria racchiusa nella circonferenza che ha come raggio la distanza tra il bicchiere e il mio naso.
Nello schermo che registra ogni picco del suono della musica trasmessa, c’è un riquadro in cui si vedono i microfoni, le cuffie, la postazione di chi da questa stanza di legno chiaro parla nel cuore della notte a quanti sono svegli, a chi non riesce a dormire, a chi lavora, a chi vaga senza una meta.
Nello schermo che registra ogni picco del suono della musica trasmessa, c’è un riquadro in cui si vedono i microfoni, le cuffie, la postazione di chi da questa stanza di legno chiaro parla nel cuore della notte a quanti sono svegli, a chi non riesce a dormire, a chi lavora, a chi vaga senza una meta.
A chi si mette in ascolto, prima ancora di sentire, per accogliere parole donate al mondo.
3.29, calma e pace. Mi guardo attorno, scruto, tra poco forse dormirò un po’.
Piccole cose che mi fanno stare bene.
3.29, calma e pace. Mi guardo attorno, scruto, tra poco forse dormirò un po’.
Piccole cose che mi fanno stare bene.
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