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Con un po' di immaginazione, questa sono io tra qualche anno (tratto da Up e dalla cover del mio cellulare) |
Cercando di capire chi mi avrebbe fatto compagnia in questa serata di lavoro al pc, ho fatto un giro tra i palinsesti televisivi e mi sono imbattuta in un film che ha deciso per me. “Elsa e Fred” è un titolo che non ha bisogno di grandi spiegazioni, l’omonimia ha orgogliosamente avuto la meglio, e quando poi ho letto il nome di Shirley MacLaine ho pensato “è fatta”. Per grandi linee avevo capito che Elsa-Shirley fosse una peperina che avrebbe scombussolato la vita di un neo vicino di casa portando una ventata di simpatia, e mi bastava.
La Elsa del film è una donna anagraficamente anziana, decisamente anziana; lo stesso vale per Fred. La loro conoscenza avviene in quella fase della vita in cui, in maniera riduttiva, si tende a pensare che tutto sia finito, che sia lì per finire, che le emozioni siano solo una derivata da vite altrui, di rimpallo, in rimbalzo, di seconda mano, come se la genesi delle emozioni avesse un’età oltre la quale la radice rinsecchisca. E invece no. Questi due qua, strampalata donna separata lei, vedovo fresco fresco di acquisizione lui, mi hanno regalato una serata emozionante.
La loro complicità, costruita passo dopo passo; la politica dei piccoli passi di Elsa che diventano passi veloci, che fa rialzare Fred da letti e divani su cui la sua vita si era parcheggiata per poi tornare a camminare, ad andare incontro alle piccole grandi cose di ogni giorno; la fantasia di Elsa, una dimensione del sogno che mi fa tremare i polsi per quanto è fresca, coinvolgente, pazzamente ilare e contagiosa. La sua capacità di dire le cose, il coraggio di vivere ancora e di innamorarsi con forza nonostante il poco tempo reso ancora più breve dai casi della vita. E poi c’è Fred, bloccato nel dolore per la morte di una donna che non ha amato; reso ipocondriaco dall’abulia verso la vita; una candela che si sta affievolendo su cui arriva a soffiare il vento di un nuovo amore, imprevisto e meraviglioso.
C’è una scena in cui Elsa e Fred, come due adolescenti alla prima uscita, mettono in chiaro cosa sta loro accadendo:
Fred: Cosa sono io per te, Elsa? Cosa siamo noi? Da quando ti ho conosciuto la mia vita è cambiata, è “strano”. È una cosa buona o cattiva?
Elsa: È “strano” …Fred, non voglio ferirti, e ti ho detto quanto mi importa di te, sto solo chiedendo se ci sia di più. Ho delle sensazioni così forti…
Fred: Sembri un'adolescente.
Elsa: Sono un'adolescente!
Fred: Si, lo sei. Una ragazza nel corpo di una donna. Una donna molto bella.
Elsa: Quindi è una buona “cosa strana”.
Fred: Si.
Elsa: Pensi che abbiamo un futuro insieme? Sei timido? Amo questo ragazzo di 80 anni seduto di fronte a me, che arrossisce. Come faccio a non innamorarmi di te?
La pietrificazione che questa scena mi ha procurato è stata lentamente ammorbidita dal resto del film, che se ve lo vedete fate una cosa buona e giusta. In mezzo troverete anche Roma, città eterna che sa essere un set romantico come poche città al mondo, e in cui questa storia da sogno trova il più bell’epilogo possibile. Ora, e non vi spoilero il finale, va detto che non c’è melassa fino alla fine, perché la vita è agrodolce e a tratti sa essere amara. E aggiungo anche che non so trovare una chiusa a questo post degna del film visto. La verità è che sto aspettando che Fred – quando arriverà – si decida ad alzarsi dal divano e a partire con me.
Elsa: Quindi è una buona “cosa strana”.
Fred: Si.
Elsa: Pensi che abbiamo un futuro insieme? Sei timido? Amo questo ragazzo di 80 anni seduto di fronte a me, che arrossisce. Come faccio a non innamorarmi di te?
La pietrificazione che questa scena mi ha procurato è stata lentamente ammorbidita dal resto del film, che se ve lo vedete fate una cosa buona e giusta. In mezzo troverete anche Roma, città eterna che sa essere un set romantico come poche città al mondo, e in cui questa storia da sogno trova il più bell’epilogo possibile. Ora, e non vi spoilero il finale, va detto che non c’è melassa fino alla fine, perché la vita è agrodolce e a tratti sa essere amara. E aggiungo anche che non so trovare una chiusa a questo post degna del film visto. La verità è che sto aspettando che Fred – quando arriverà – si decida ad alzarsi dal divano e a partire con me.
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