venerdì 18 agosto 2017

Spensieratezza


Il volo dell'angelo - Trentinara - Salerno
Sarà per il caldo. Sarà per la cappa di afa che come la nuvoletta di Fantozzi sovrasta e tutto avvolge in questo caldo mese di agosto. Sarà forse proprio per il mese di agosto, croce e delizia, odio et amo, che sempre arriva portando con sé un pacchetto all inclusive di sensazioni. Sarà che sono circa 24h che mi trovo di fronte a una parola che mi interroga.
Spensierato.
Due persone tra loro sconosciute mi hanno messa di fronte a questo aggettivo, conduttore di un significato ampio e di esperienze varie. Questo è il periodo dell’anno della spensieratezza. E ma io mi ci interrogo, perché a sto giro tutta sta spensieratezza non so se la percepisco. È una condizione perpetua? La si vive a singhiozzi? È a tempo determinato? È inserita in un co.co.pro. estivo?
Poi non so quanto c’entri, ma mentre provo a mettere nero su bianco pensieri nebulosi, sfilano sullo schermo della tv le immagini di Barcellona e i volti di attentatori giovanissimi, virgulti d’uomo che in sé incarnano – o dovrebbero incarnare – la spensieratezza per eccellenza.

Cos’è la spensieratezza? Dove si trova? È quella che vedo su immagini di piedi laccati poggiati su teli da mare? È nei riflessi del sole che si poggiano su cosce abbronzate instagrammate? È nelle frasi postate su Twitter? Nei video caricati su Facebook? È nel labile confine tra vita reale e virtuale? O forse è in tutto quello che non si vede ma si sente, vive, percepisce strisciante nelle fibre del proprio essere?
 
Forse è una cosa semplice ma stasera non riesco a vederla.

«“Sai, sei un pochino complicata dopo tutto”.
“Oh, no”, lo rassicurò lei in fretta. “No, per niente, sono solo… tante diverse persone semplici”».
Tenera è la notte, Francis Scott Fitzgerald



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