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Il volo dell'angelo - Trentinara - Salerno |
Sarà per il caldo. Sarà per la cappa di afa che
come la nuvoletta di Fantozzi sovrasta e tutto avvolge in questo caldo mese di
agosto. Sarà forse proprio per il mese di agosto, croce e delizia, odio et amo,
che sempre arriva portando con sé un pacchetto all inclusive di sensazioni. Sarà
che sono circa 24h che mi trovo di fronte a una parola che mi interroga.
Spensierato.
Due persone tra loro sconosciute mi hanno messa di
fronte a questo aggettivo, conduttore di un significato ampio e di esperienze
varie. Questo è il periodo dell’anno della spensieratezza. E ma io mi ci
interrogo, perché a sto giro tutta sta spensieratezza non so se la percepisco. È
una condizione perpetua? La si vive a singhiozzi? È a tempo determinato? È inserita
in un co.co.pro. estivo?
Poi non so quanto c’entri, ma mentre provo a
mettere nero su bianco pensieri nebulosi, sfilano sullo schermo della tv le
immagini di Barcellona e i volti di attentatori giovanissimi, virgulti d’uomo
che in sé incarnano – o dovrebbero incarnare – la spensieratezza per
eccellenza.
Cos’è la spensieratezza? Dove si trova? È quella
che vedo su immagini di piedi laccati poggiati su teli da mare? È nei riflessi
del sole che si poggiano su cosce abbronzate instagrammate? È nelle frasi
postate su Twitter? Nei video caricati su Facebook? È nel labile confine tra
vita reale e virtuale? O forse è in tutto quello che non si vede ma si sente,
vive, percepisce strisciante nelle fibre del proprio essere?
Forse è una cosa semplice ma stasera non riesco a
vederla.
«“Sai,
sei un pochino complicata dopo tutto”.
“Oh, no”, lo rassicurò lei in fretta. “No, per
niente, sono solo… tante diverse persone semplici”».
Tenera è la
notte, Francis Scott Fitzgerald
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