venerdì 15 gennaio 2021

Alle 2 di notte tra un venerdì e un sabato a Strasburgo

Ho un momento di placido vuoto, di tempo rallentato che non preme su nessuna scadenza a breve termine. Sarò che sono le 2 di notte e ancora non dormo e quindi sì, il computer è già acceso e approfitto per riempire un foglio di parole.

Perché sveglia a quest’ora? Perché il venerdì c’è Propaganda Live su La7 e prima di un certo orario non si va a dormire (fatta eccezione per quando crollo a uso terza età sul divano, sotto due strati di ogni tipo di coperta).

Perché sveglia a quest’ora? Perché stasera ho ascoltato per la prima volta Night Call di Chicco Giuliani su RadioDeejay, e di dormire ora non se ne parla per niente.

Allora apro le foto degli ultimi giorni raccolte sul cellulare, tutte, quelle scattate e quelle ricevute, e scorgo un tappeto di neve in cui a fasi alternate si fanno spazio la foto di Francesco De Gregori e il video in cui canta con Antonello Venditti, che mia madre molto amorevolmente mi ha fatto e inviato mentre non ero davanti alla tv; le pizze di maccheroni fatte da mia zia Anna; i panni della mia cucina appesi vicino al vetro in bella vista; i croissant francesi preparati da mia cugina Antonia; mia sorella che si spara le pose; un pacco di farina ai 7 cereali (proposto da mia cugina di cui sopra a mia madre); il mio alberello di Natale nel suo ultimo giorno di gloria in queste festività 2020-2021; un set per pasta e formaggino proposto da mia cugina Rossella (ma il primato storicamente lo detiene mia zia Anna e tutti sappiamo il perché!); i bignè al cioccolato preparati da mia zia Anna (si, ancora lei).

Se fosse stato lo scorso weekend ci sarebbero state anche le nove pizze preparate da mia zia Silvana, che tiene una capa fresca come poche ed è indiscutibilmente la regina del “liev tutt cos’ il 6 gennaio che l’Epifania tutte le feste si porta via”. Giuro, non eravamo ancora alla colazione del 6 gennaio che a casa loro già non c’era più traccia delle feste.

Su tutto questo scorrere di immagini campeggia la neve, tanta, come mai ne avevo vista qui a Strasburgo da quando mi ci sono trasferita, quasi tre anni fa. Ed è bella, di un bianco luminoso che in queste sere a notte fonda in cucina non sembrava notte davvero. La neve che tutto copre e addolcisce spigoli e riempie vuoti, finché il tempo regge e la temperatura è perfetta. Ma non ci devi camminare se non con scarpe adatte, o si rischia di fare come me giovedì pomeriggio, che camminavo guardinga per evitare di cadere a chiappe a terra, non fosse altro che quello il quadro già è bello e la struttura si tiene su con lo scotch.  


Poi però capita come oggi pomeriggio, che la neve inizia a sciogliersi e il tetto di fronte torna a farsi vedere nel suo colore naturale, la neve per strada diventa ghiaccio sporco semi sciolto, la luce si abbassa, la notte torna al suo posto. 
“What am I here for” suona su Spotify, e in effetti la domanda è lecita, soprattutto a quest’ora. Sinceramente non lo so, ma sarà l’ora, sarà il silenzio rotto dal mio inconfondibile stile con cui zappo sulla tastiera del pc, sarà per la musica, sarà per questo flusso di poco conto che è fuoriuscito dalle mie mani, ma in questo piccolo istante del qui e ora di Strasburgo alle 2.37 della notte va tutto bene.  


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