Vorrei non sfatare il luogo comune di noi italiani all’estero. Quello secondo il quale abbiamo una lingua franca gestuale che ci permette di comunicare in ogni luogo. Ma prima di non sfatare questo luogo comune devo restringere il campo d’azione a un’area geografica di origine delimitata: il Sud. Sono stata in Germania a fare la spesa, e per spesa non intendo “spese”, “shopping”, ma la spesa della quotidianità casalinga, quella che vai aprendo mobili e tiretti per vedere se l’ammorbidente è finito, se il dentifricio è in modalità riserva, se la carta igienica (Dio benedica l’inventore!) è lì lì per finire.
La mia comunicazione standard si basa sull’italiano ma, all’occorrenza, vengono in mio aiuto il francese e l’inglese. Ed è proprio la lingua degli Angli e dei Sassoni ad aver fatto da trait d’union tra me e la commessa del DM, catena di supermercati tedesca, quando dopo una passeggiata sul corso di Kehl (ma anche i tedeschi usano la parola “corso”?) sono entrata con il carrellino per fare la spesa.
La mia comunicazione standard si basa sull’italiano ma, all’occorrenza, vengono in mio aiuto il francese e l’inglese. Ed è proprio la lingua degli Angli e dei Sassoni ad aver fatto da trait d’union tra me e la commessa del DM, catena di supermercati tedesca, quando dopo una passeggiata sul corso di Kehl (ma anche i tedeschi usano la parola “corso”?) sono entrata con il carrellino per fare la spesa.
In principio fu lo shampoo, e lo shampoo è stato l’ostacolo da superare sul mio cammino perché, se la parola SHAMPOO campeggia a grandi lettere su tutte le confezioni (dopo la carta igienica, Dio salvi la comunicazione iconica!), la specificità del prodotto “per capelli ricci” risultava irrintracciabile. Ora, è vero che sono chiara di capelli e colori vari, ho un nome di origine tedesca e potrei mimetizzarmi tra le donne teutoniche di piccola taglia, ma a parte KINDER, GUTEN MORGEN, KRANKENHAUS, KÖNIGSPLATZ e poche altre parole, io di tedesco non capisco una cippa.
Ed è qui che la comunicatrice Made in Terronia che è in me ha avuto la meglio. Alla commessa tedesca che parlava un po’ di inglese mi sono approcciata chiedendo in inglese le indicazioni per rintracciare il corrispettivo tedesco di CURLY HAIR, ma è stato l’istintivo gesto della mano sinistra che, supportato dal movimento di base dell’avambraccio e completato dall’estensione e rotazione dell’indice relativo, ha chiuso con efficacia il mio pacchetto comunicativo e mi ha permesso di raggiungere l’obiettivo. Immagina, puoi.
Con la certezza di un nuovo significato acquisito mi sono quindi recata presso gli scaffali dei prodotti e ho cercato il mio shampoo per capelli LOCKEN.
PS. La varietà di shampoo, naturalmente, comprendeva un incrocio di altre esigenze e qualità che avrei voluto considerare per l’acquisto, ma a sto giro accontentiamoci di aver trattato i ricci.
Con la certezza di un nuovo significato acquisito mi sono quindi recata presso gli scaffali dei prodotti e ho cercato il mio shampoo per capelli LOCKEN.
PS. La varietà di shampoo, naturalmente, comprendeva un incrocio di altre esigenze e qualità che avrei voluto considerare per l’acquisto, ma a sto giro accontentiamoci di aver trattato i ricci.